- Apr 2, 2021
Smart City: il futuro delle città è sostenibile.
Le città del futuro non potranno che essere sostenibili. E non si tratta di un’opzione, bensì di una scelta obbligata. L’incremento demografico vertiginoso, che dovrebbe portare entro il 2050 a un raddoppio dei 4 miliardi di persone che popolano attualmente le metropoli del mondo, impone delle scelte urbanistiche a impatto zero, tali da porre le basi di un futuro vivibile per gli ecosistemi cittadini.
Il modello da seguire è quello delle SMART CITY, che comprende diversi aspetti da dosare in maniera bilanciata: l’evoluzione tecnologica, il fabbisogno di verde e le buone pratiche in grado di ottimizzare le risorse energetiche. Il tutto si traduce in una serie di azioni che vanno dal potenziamento della domotica, con l’obiettivo di ottimizzare i servizi (dalla qualità dell’aria alla temperatura fino alla gestione dell’acqua), alla riduzione degli sprechi (digitalizzazione delle pratiche burocratiche, risparmio di carta, co-working e smart working), passando per la differenziazione dei rifiuti, la mobilità sostenibile, con incentivi per auto elettriche e sistemi di sharing, il ricorso alle energie rinnovabili e l’incremento del verde pubblico, nell’ottica di abbattere le emissioni di CO2.
Ma come si misura la sostenibilità delle città? Secondo i parametri stabiliti dallo Smart City Index 2020, trasporti, energia e ambiente sono i principali punti di valutazione delle realtà metropolitane italiane. In testa alla classifica delle più “green” si piazza Trento, seguita da Torino, Milano, Mantova e Bologna. Il capoluogo lombardo conquista il terzo gradino del podio grazie a un sistema evoluto di mobilità condivisa: un parco auto di 3.000 unità in sharing, con un ampio uso di veicoli a propulsione elettrica, e una larga riconversione all’utilizzo della bicicletta. Anche Bolzano, Brescia e Bergamo stanno facendo un buon lavoro. Il divario tra Nord e Sud, però, resta ancora ampio.
E nel mondo? È Copenaghen la città più proiettata verso il futuro, con oltre 2 milioni di persone che si avvicinano al 2025 centrando l’obiettivo della Danimarca di essere finalmente “carbon-neutral”. Amsterdam, città delle biciclette, è il luogo in cui il concetto di città ecologica incontra quello di mobilità sostenibile. Stoccolma, invece, vanta il primato di Capitale verde d’Europa: la sua aria è tra le più pulite al mondo. Vancouver, fiore all’occhiello del Canada, spicca infine tra le città extraeuropee più pulite.
Nonostante l’ottimo inizio, c’è ancora tanto da fare nelle altre città del mondo. La priorità per il 2021 resta quella di ripensare il trasporto pubblico e integrarlo con una mobilità urbana smart e sostenibile: solo così gli utenti potranno passare da un mezzo all’altro in modo semplice, integrato o multimodale, economico e compatibile con gli obiettivi ambientali. Un esempio virtuoso in tal senso è quello della “15 Minutes City”, un’invenzione di Carlos Moreno, scienziato franco-colombiano dell’Università Sorbona di Parigi. Si tratta di una pianificazione sostenibile dello spazio urbano basata sul concetto di prossimità, in modo da ridurre gli spostamenti in automobile in ambito cittadino, favorendo quelli in bicicletta o a piedi. Durante i mesi della pandemia, quasi ogni grande città ha ridisegnato le sue piste ciclabili e ha allargato gli spazi per la sosta all’aperto dei pedoni. Se inizialmente questo doveva servire a sfavorire l’utilizzo di automobili private, con il Covid-19 si è cominciato a pensare a ritmi di vita cittadina diversi, per cui alcune delle esperienze fatte nell’ultimo periodo potrebbero diventare definitive.
Si parla oggi di “Tactical urbanism” quando si citano le modifiche apportate soprattutto agli ambienti stradali delle città, volte a favorire una mobilità pedonale, ridurre l’inquinamento cittadino e mettere a disposizione il suolo pubblico per altri scopi (ad esempio a disposizione dei ristoratori per evitare ambienti chiusi).
La materia è anche oggetto di studio da parte di progetti di ricerca internazionali di elevato prestigio. Uno su tutti è quello portato avanti da un pool di 120 ricercatori, tra ingegneri, architetti, scienziati ambientali, economisti e scienziati sociali, affiliati a NUS School of Design and Environment, Yale-NUS College, ETH di Zurigo e altre università di Singapore, per studiare soluzioni di sviluppo sostenibile per le città nell’ambito del Future Cities Laboratory Programme (FCL).
Il gruppo di lavoro ha evidenziato l’urgenza della transizione verso un’economia circolare, in cui i materiali usati possano diventare risorse preziose per un nuovo ciclo di produzione. Sotto l’obiettivo, in chiave “green”, sono finiti edifici e quartieri in aree densamente popolate, con un focus specifico sulle città costiere asiatiche in rapida urbanizzazione. L’intento è quello di studiare i modi per mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici con una pianificazione urbana rigenerativa. In questa direzione va la progettazione di infrastrutture blu e verdi nell’entroterra delle città per migliorare l’efficienza idrica urbana, ridurre le inondazioni, sostenere la produzione alimentare locale e aumentare il controllo dell’inquinamento dell’acqua. La ricerca, in definitiva, cerca di sviluppare una visione “agro-politica” dell’urbanizzazione, che mette in primo piano l’interdipendenza futura delle città e dell’agricoltura e contempla modelli di governance per gli “agri-urbanismi”, basati sui principi dell’agro-ecologia e dello sviluppo urbano sostenibile.
Fondamentale in questi processi può rivelarsi anche il contributo di grandi aziende che hanno sempre fatto della sostenibilità la propria cifra distintiva. È il caso di un colosso dell’arredamento come IKEA, grazie al quale la città svedese di Helsingborg, nominata di recente dalla Commissione europea come una delle più innovative d'Europa, svilupperà idee lungimiranti nel campo dell'edilizia abitativa, dell'architettura e della progettazione e pianificazione urbana, raccolte tra i cittadini, IKEA stessa e i suoi partner. I risultati saranno visibili dal 30 maggio al 3 luglio 2022 nell’ambito dell’evento espositivo H22, dopodiché i designer di IKEA realizzeranno tre diversi progetti pilota in altrettanti quartieri della città, tutti nel segno della sostenibilità.