- Mar 25, 2021
Nautica sostenibile? Soluzioni tecnologiche e materiali green sono una realtà possibile.
“Finché la barca va, lasciala andare”, recitava il ritornello di una celebre canzone. Eppure, per salvare i nostri oceani, la loro vita marina e le coste che li circondando, è necessaria più che mai una marcata inversione di rotta verso la sostenibilità, anche e soprattutto da parte dell’industria nautica di lusso.
Una rivoluzione che passa innanzitutto dal ricorso a tecnologie alternative di propulsione e dall’utilizzo di materiali di costruzione ecologici. Tutto questo ha come obiettivo la riduzione delle emissioni di carbonio delle imbarcazioni, di pari passo con il miglioramento dell’esperienza a bordo. Le soluzioni ibride-elettriche, in particolare, sono tra quelle preferite per migliorare la sostenibilità degli yacht, in quanto non solo riducono significativamente le emissioni sottomarine, ma eliminano anche il rumore dei generatori, garantendo una guida più silenziosa, una migliore manovrabilità e un maggiore rispetto dell’ecosistema marino.
Altre tecnologie a basse emissioni di carbonio che sono già state integrate a bordo degli yacht includono vele da kite e pannelli solari: le prime consentono di viaggiare utilizzando l'energia eolica, mentre i secondi offrono vantaggi simili se combinati con la propulsione elettrica, garantendo un'esperienza di navigazione con rumore, emissioni e manutenzione limitati.
Un esempio virtuoso in tal senso è offerto dall’azienda austriaca Silent-Yachts che, animata da una visione eco-politica più che mai lungimirante, si è distinta in ambito cantieristico per la costruzione di yacht elettrici solari i cui componenti modulari fanno sì che essi possano essere sostituiti e riutilizzati facilmente, riducendo sensibilmente il quantitativo di rifiuti prodotti. Il merito è di un team di ricerca e sviluppo giovane ed esperto, costantemente alla ricerca di tecnologie verdi innovative da poter includere nelle loro future proposte ai clienti.
I cantieri navali, dunque, possono avere un grande impatto sulle credenziali ecologiche degli yacht grazie all’utilizzo di materiali biologici e riciclati. Acquistando legno da foreste certificate in modo sostenibile e utilizzando materiali come alluminio, acciaio e compositi naturali, le imbarcazioni possono ridurre al minimo gli sprechi e la produzione di carbonio. L'utilizzo di energia pulita in loco per alimentare gli strumenti di costruzione, inoltre, può ulteriormente garantire un inizio ecologico al ciclo di vita dello yacht.
È il caso degli olandesi di Damen Yachting che, nel cantiere di Vlissingen, dispongono di oltre 5.000 panelli solari per generare energia e continuano a implementare gli investimenti nell’eolico. Il tema della sostenibilità affrontato direttamente alla fonte è dimostrato anche da cantieri come Heesen, sempre in Olanda, e Benetti, campione della nautica “made in Italy” che stanno esplorando fonti energetiche rinnovabili e alternative. Se il primo si è distinto nello sfruttamento dell'energia solare e nell'utilizzo della tecnologia brevettata Sun Tracker per attenuare automaticamente l'illuminazione interna a LED, evitando così sprechi di energia, Benetti ha intrapreso una strada simile, installando sistemi fotovoltaici e solari termici sofisticati per risparmiare fino al 50% sui consumi di gas metano.
Altro aspetto di non secondaria importanza rispetto all’impegno della nautica di lusso per la sostenibilità riguarda la responsabilità che i proprietari di yacht, al pari dei pescatori e delle navi da crociera, hanno con i loro comportamenti nel sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di tenere puliti gli oceani, ormai letteralmente invasi da tonnellate di plastica che attentano alla vita di pesci, uccelli e mammiferi marini.
E se un fondamentale contributo in tal senso è offerto proprio dal ricorso alla propulsione ibrida, capace di ridurre fino al 30% le emissioni di carbonio, i designer di yacht all'avanguardia stanno anche spingendo i clienti verso opzioni più sostenibili e innovative. Il team di Winch Design, ad esempio, oltre ad indirizzare i clienti anche verso gli yacht a vela, incoraggia l’utilizzo di materiali acquistati localmente e che non siano riconducibili a specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione.
Lürssen, Feadship e Benetti, inoltre, supportano la conservazione degli oceani sostenendo la Blue Marine Foundation (BLUE), un ente di beneficenza con sede nel Regno Unito la cui missione è contrastare la pesca eccessiva e promuovere la biodiversità marina.
Lo yachting in taluni casi si pone anche al servizio della ricerca scientifica. È il caso di REV, acronimo di Research and Expedition Vessel, di proprietà del miliardario norvegese Kjell Inge Røkke. REV è stato progettato per consentire a un massimo di 60 scienziati di condurre ricerche scientifiche sull'intero ecosistema marino, fornendo allo stesso tempo i lussi e lo spazio tipicamente offerti dai grandi yacht charter. Le strutture includono aule, un auditorium, due eliporti e gli importantissimi veicoli per l'esplorazione subacquea. I proprietari di yacht privati possono a loro volta dare un contributo al lavoro di ricerca collegando semplici sistemi alle loro imbarcazioni per consentire la raccolta di dati su temperatura dell'acqua, salinità e concentrazione di ossigeno.
Salvare gli oceani, tuttavia, è un compito arduo. Questo è il motivo per cui organizzazioni come BLUE, REV Ocean e altri programmi di conservazione in tutto il mondo stanno compiendo passi coraggiosi per coinvolgere tutti.
Per fare questo hanno bisogno del sostegno non solo della comunità degli yacht, ma anche del settore pubblico e privato, comprese le gigantesche compagnie crocieristiche e le navi da carico, responsabili in larga misura dell'inquinamento dei nostri mari. Il salvataggio degli oceani può essere raggiunto solo lavorando insieme su scala globale. Con l'industria dei superyacht in testa, è auspicabile che altri seguano l’esempio.