- Mar 18, 2021
Edilizia e sostenibilità
Quando si dice… partire dalle fondamenta. La rivoluzione green che attraversa tutti i settori produttivi passa anche attraverso un diverso approccio alla progettazione delle infrastrutture. La lotta al climate change e il raggiungimento degli obiettivi di tutela ambientale, infatti, non possono prescindere dal settore delle costruzioni. Basti pensare che attualmente l’edilizia è responsabile dell’estrazione del 50% delle materie prime di tutta Europa, del 36% delle emissioni inquinanti, del 40% dei consumi di energia e del 21% di quelli d’acqua.
Una progettazione attenta permette dunque di guidare la maggior parte delle scelte che ne seguono, dato che è proprio in fase progettuale che si scelgono i materiali, le metodologie costruttive, gli impianti, le tecnologie a cui ricorrere e le maestranze da coinvolgere. L’architettura ecosostenibile, in sostanza, si basa su una serie di idee e principi che, nel loro complesso, permettono di realizzare un edificio in grado di risparmiare energia e rispettare l’ambiente.
Il Life Cycle Assessment, ad esempio, è una metodologia che permette di stimare l’impatto di ogni fase di vita dell’edificio, dall’estrazione delle materie prime per la realizzazione dei prodotti edili utilizzati allo smaltimento dei rifiuti da demolizione. Prima di ogni altra cosa è necessario intervenire nella fase di cantiere. In che modo? Riducendo l’emissione in atmosfera di sostanze pericolose, il consumo di energia e di risorse naturali preziose come l’acqua e, last but not least, l’inquinamento acustico. Per questo è fondamentale dare importanza ad aspetti come la manutenzione delle infrastrutture utilizzate, la pianificazione dei lavori, l’installazione di barriere acustiche mobili, l’utilizzo di veicoli meno inquinanti, il riutilizzo dell’acqua, lo stoccaggio e l’isolamento di rifiuti e inerti in contenitori adeguati, così da evitare la loro dispersione.
Con il recepimento delle direttive europee in materia, inoltre, tutti gli edifici nuovi o sottoposti a riqualificazione energetica devono essere nZEB (acronimo di nearly Zero Energy Building, cioè “ad energia quasi zero”). In Italia a partire dal 1° gennaio di quest’anno per tutti gli immobili privati e pubblici di nuova progettazione vige l’obbligo di rientrare in questa classificazione, ammortizzando i loro consumi grazie al ricorso all’energia prodotta da fonti rinnovabili.
Anche l’automazione e la domotica sono d’aiuto per migliorare il funzionamento degli edifici, favorire un controllo accurato degli impianti programmandone l’attivazione a seconda delle reali necessità rilevate. Questi sistemi, inoltre, aiutano a rilevare guasti e malfunzionamenti, favorendo una corretta manutenzione.
Come ultimo punto, c’è l’applicazione dell’economia circolare al mondo dell’edilizia, privilegiando la riqualificazione dell’esistente rispetto alla demolizione o il ricorso alla demolizione selettiva, con una corretta gestione dei rifiuti prodotti.
Tutte queste scelte sostenibili, tuttavia, non sono immaginabili senza un’adeguata formazione degli operatori, necessaria per abbattere gli ultimi baluardi di resistenza al cambiamento.
La sostenibilità gioca un ruolo sempre più importante anche nella progettazione degli uffici, passando dall’essere “una cosa buona da fare” a un qualcosa di necessario per rimanere competitivi sul mercato. Oltre all’utilizzo di materiali ecologici e alla valorizzazione della luce naturale, si assiste a una integrazione di elementi di sostenibilità ambientale nella cultura delle principali aziende e nel loro modo di intendere la progettazione.
Qualche esempio? Oltre alla riduzione dei tempi di costruzione, le aziende stanno considerando altri benefici derivanti dal ricorso agli elementi prefabbricati: le pareti smontabili favoriscono l’accesso di luce naturale, la ventilazione e la flessibilità degli spazi e sono smaltibili più facilmente della muratura tradizionale, oltre ad abbattere l’emissione di VOC (Composti Organici Volatili) e altre sostanze dannose per l’ambiente.
Nel 2015 uno studio dell’Università di Harvard ha evidenziato che negli uffici più green la capacità cognitiva dei dipendenti è del 61% più alta rispetto a quella degli occupanti uffici simili, ma non sostenibili. L’investimento per sistemi di ventilazione adeguati e performanti è quindi importantissimo per la salute cognitiva, tanto quanto la scelta dei colori e della fruibilità della luce naturale diurna.
Un importante alleato nella riduzione degli sprechi è anche la tecnologia, ormai non più considerata un lusso nel design degli uffici. Sempre più aziende stanno iniziando ad abbracciare l'intelligenza artificiale quasi con la stessa rapidità con cui la società la ha introdotta nelle case private. L'ufficio intelligente incorpora controlli di illuminazione, energia ottimizzata e livelli di riscaldamento e condizionamento che si regolano in funzione del movimento e dell'uso dello spazio.
Anche la gestione delle risorse umane, del resto, si sta evolvendo in termini di sostenibilità.
Recentemente Piala, un’agenzia di marketing giapponese, ha deciso di premiare con 6 giorni di ferie extra i propri dipendenti non fumatori per compensare la pausa media di un fumatore, che è di circa 15 minuti al giorno.
Tutto questo dimostra che si stiamo dirigendo verso un modello di sostenibilità aziendale incentrato sulle persone, grazie a nuovi incentivi e programmi di sostegno continuo per migliorare il benessere fisico dei dipendenti e la loro salute mentale. Negli uffici del futuro, il benessere delle persone e un ambiente sano saranno elementi chiave per contribuire al successo dell’azienda. Una cultura e una mentalità sostenibili e il rispetto per le persone che popolano i luoghi di lavoro saranno i pilastri su cui si costruiranno i talenti del futuro.