- May 18, 2021
Arredamento sostenibile e impianti a basso impatto ambientale: come creare una casa green
La transizione ecologica non è solo una priorità dell’agenda politica a tutti i livelli, ma è prima ancora una rivoluzione che parte dal basso coinvolgendo tutti i cittadini. A cominciare dall’arredamento delle rispettive case, infatti, ognuno può fare la sua parte con piccoli, ma significativi accorgimenti: dalla scelta di materiali naturali per le varie componenti all’utilizzo di strumenti che permettano di risparmiare acqua, passando per l’acquisto di piante da interno in grado di contrastare l’inquinamento ambientale.
Quanto siamo disposti ad investire per rendere la nostra casa “green”?
L’ultimo rapporto di Houzz & Home ha rivelato che i proprietari di casa sono sensibili ai temi della sostenibilità molto più che in passato, tanto che il 40% ritiene importante soprattutto aumentare l’efficienza energetica. Grazie a termostati programmabili tramite app, ad esempio, è possibile risparmiare fino al 30% sui costi di riscaldamento, così come il l’utilizzo di lampade a Led e di elettrodomestici a basso consumo permette di sprecare fino all’85% in meno di energia elettrica.
Per il 15% degli intervistati, invece, tra le priorità di ristrutturazione figura la scelta di materiali “green”. A cominciare dal legno, meglio se certificato FSC (Forest Stewardship Council), sigla che conferma la provenienza da foreste gestite in modo responsabile, o, in alternativa, il bambù, ideale per pavimenti, piani di lavoro, mobili, ma anche per accessori e utensili. Fondamentale è anche la scelta dei tessuti, che devono essere biodegradabili e di origine vegetale, come la lana, la canapa o la iuta, nulla a che vedere con le fibre sintetiche ricavate dalla plastica e, dunque, inquinanti. Per non sprecare acqua, invece, oltre a dotare la rubinetteria di frangigetto, può essere particolarmente efficace l’installazione di un soffione doccia con un regolatore di flusso integrato, che consente di ridurre il consumo fino al 50%.
Il mercato degli arredamenti
In generale, quando si acquistano mobili, è bene verificare che siano stati fabbricati seguendo pratiche di produzione responsabili, che limitano le emissioni di carbonio e altri tipi di inquinamento oltre a utilizzare metodi di trasporto e imballaggio eco-compatibili. In questo IKEA è leader. Il colosso nordeuropeo dell’arredamento, insieme al WWF, è stato tra i fondatori della certificazione FSC e ha oltrepassato il traguardo relativo all’utilizzo al 100% di legno proveniente da fonti sostenibili per i suoi prodotti. All’orizzonte, tuttavia, c’è già un nuovo obiettivo ancora più ambizioso: fabbricare tutta la plastica a partire da materiali riciclati o rinnovabili, se possibile entro il 2030. Intanto si punta fin da ora al riciclaggio dei prodotti PET: emblematico il caso dei frontali per la cucina KUNGSBACKA, realizzati con bottiglie di plastica riciclate. IKEA è impegnata concretamente anche sul tema della durabilità dei suoi mobili, che possono essere smaltiti in un apposito angolo occasioni, purché in buone condizioni, per poi essere eventualmente riacquistati da qualcun altro e avere una seconda vita.
Senza andare troppo in là, si distingue anche la “case history” di un’azienda italiana di design come la Pedrali che, nonostante la pandemia, ha continuato a investire in politiche “green” per una produzione totalmente sostenibile, attestata da apposite certificazioni. Qualche esempio di best practice? Sicuramente l’utilizzo di motori a basso consumo energetico e di elettricità auto-prodotta tramite pannelli fotovoltaici in misura superiore al 50% del totale.
La Pedrali, inoltre, ha recentemente completato lo studio di Corporate Carbon Footprint, finalizzato a ridurre il valore di CO2 rilasciato nell’ambiente intervenendo su quattro tipi differenti di emissioni: quelle dirette, ossia derivate dalla combustione di gas naturale o di gasolio per autotrazione, utilizzata per la movimentazione dei mezzi aziendali; quelle indirette derivate in parte dalla produzione di energia elettrica utilizzata presso i siti aziendali, in parte dal trasporto di materie prime nel tragitto fornitore/azienda; infine quelle indirette di gas ad effetto serra, associate ai prodotti, beni e servizi acquistati e utilizzati dall’azienda.
Come si ricerca la qualità nei prodotti “green”
Naturalmente anche la qualità dei prodotti è fondamentale e la loro durabilità ne riduce l’impatto ambientale. Ecco quindi che l’azienda ha lanciato ‘Recycled grey‘, le prime collezioni di sedie realizzate in materiale plastico 100% riciclato. A partire dal 2018 inoltre, per le collezioni in legno, rigorosamente certificato FSC, vengono utilizzate vernici a base acqua composte per lo più da resine di origine vegetale, che hanno durezza, resistenza chimica e alla luce e lavorabilità industriale paragonabili ai classici prodotti di derivazione petrolifera, ma con una netta riduzione della componente fossile.
Il bagno: una vera e propria oasi ecologica
Ma qual è l’ambiente della casa sul quale più di ogni altro è possibile intervenire per avere un impatto significativo sull’ambiente? Strano a dirsi, ma basta davvero poco per trasformare il bagno in una vera e propria oasi ecologica. Innanzitutto occorre per quanto possibile eliminare la plastica. Spazzolini da denti, distributori di sapone e persino tappetini da bagno sono solo alcuni degli accessori che possono essere realizzati con altri materiali. In pole position c’è il bambù, un’alternativa ideale e sicura per l’ambiente. L’imperativo principale, tuttavia, resta quello di ridurre il più possibile il consumo di acqua. In che modo? Scegliendo dei sanitari con un’opzione di scarico basso, ma anche installando dei rubinetti touch-less, con sensori integrati che rilevano il movimento delle mani, impedendo all’acqua di scorrere senza necessità. E ancora, diminuire i tempi destinati alla doccia è già una scelta sostenibile, ma investire in un soffione a basso flusso può ridurre ulteriormente la quantità di acqua utilizzata, senza incidere sulla pressione del getto.
I bagni ecologici, tuttavia, non sarebbero completi senza tessuti altrettanto sostenibili - bambù, lino e cotone -, da utilizzare per asciugamani, tende da doccia o tappeti. Se si vuole cambiare il rivestimento delle pareti, infine, le piastrelle riciclate sono un’ottima idea e sia il bambù che il linoleum sono diventati alternative verdi sempre più popolari per creare bagni piastrellati moderni, unici e originali.
E nelle altre stanze?
Nelle altre stanze, poi, quando si procede alla posa del parquet è consigliabile fare attenzione all’origine del legname di cui è fatto, nonché al processo produttivo che ha subito per la sua trasformazione e ai trattamenti di finitura cui è stato sottoposto. Il legno nobile, di alta qualità, normalmente è dotato di certificazione E1, che attesta la bassa, se non nulla, presenza di formaldeide, contenuta principalmente nei collanti. Per quanto riguarda invece la finitura, è bene accertarsi che vengano utilizzati cere, oli o vernici ad acqua naturali. Sono fondamentali in questo senso anche i materiali utilizzati dai tecnici per la posa, ovvero colle o adesivi, che devono essere esenti da solventi o sostanze nocive per la salute e l’ambiente.